giovedì 30 settembre 2010

Cartolina da Newcastle

New Castle.
Tra la tempesta.
Ed i tramonti sul lago inizia il nostro viaggio.






Messaggio subliminale.


I miei non conoscono vie di mezzo.
Tra l’essere genitori apprensivi.
E farmi dubitare della loro esistenza.

In questo momento mi domando se non siano solo il prodotto della mia fantasia.
Immagini create dalla mia mente mesi or sono.

Mamma.
Papà.
Guardate che se mi scrivete non mi offendo.
Giurin giurello.

mercoledì 29 settembre 2010

Innamorarsi.



tenerezza
Originally uploaded by usadifranci
Mi manca il surf camp.
Da morire.
Non avrei mai creduto di potermi innamorare così. Incondizionatamente. Totalmente.
Dopo appena una settimana.

Invece. Eccomi qui.
Nell’idromassaggio. Sotto la pioggia.
A ripensare alla dolce fatica.
All’acqua fredda e combattiva.
Alla stanchezza alla sera.
All’entusiasmo la mattina.

Alzarsi all’alba e perdersi nelle onde.
È un desiderio fisico. E mentale.
Che sento nelle viscere. Sulla punta delle dita.
Scorre lungo la colonna vertebrale. Pulsa dietro la nuca.
Riempie ogni singola goccia del mio ego ipertrofico.

Mi ero completamente dimenticata di quanto fosse bello innamorarsi.

martedì 28 settembre 2010

Sturm und drang.

Originally uploaded by Jeroen van Eerden

Questa mattina mi sono svegliata felice.
Felice che qualcuno abbia rubato la mia macchina. E sconvolto i miei piani.
Felice di aver risposto ad un annuncio su internet. Ed aver scoperto il surf.
Felice per ogni piccolo inconveniente. Per ogni imprevisto. Per ogni incontro.

Guardo la cartina.
Il cuore batte forte nel petto.
L’emozione. La familiarità con una terra immensa. Perfetta sconosciuta e meta irraggiungibile solo due mesi fa.

Ho comprato una tavola da surf ieri.
Sette piedi di puro godimento. Curvatura classica.
Elvira. The first one.
Quattro cento dollari.

Secondo i miei precisi calcoli. Se la uso almeno sedici volte dovrei ammortizzare il costo.
Mi rendo conto che i sei anni passati sui libri di economia rovinino la poesia di questo annuncio.
Ma devo fare i conti con la dura realtà.

Devo anche aggiornare il mio itinerario. Che è ovviamente fermo alla settimana scorsa.
Tra dieci anni. Sarò fiera e felice della costanza che stò mettendo in questo blog/diario di viaggio.

Ma in questo momento sono un fiume in piena. Di emozioni. E pensieri in libertà.
Nell’amaca sul mare.
In attesa. Di qualsiasi cosa.

Cartolina da Sawtell

Sawtell. Couch surfing.
Una settimana a casa di veri surfisti.
In una delle case più assurde. E pittoresche che abbia mai visto.
Musica. Concerti. Onde.



lunedì 27 settembre 2010

Nimbin. Nuova Gomorra.

24 Settembre 2010
Il diluvio universale. Incombe su Nambin.
Per lavare via l’odore di incenso. Ed illegalità che si respira.
Piove.
Come non ho visto mai.
Con rabbia. Ed elettricità.

Piove.
Sull’emporio arcobaleno.
Sul museo della mariujana.
Piove sui dreadlocks. E sui suonatori ai lati della strada.

Ci rifugiamo nella galleria d’arte locale.
Rimarrei ore a fissare le tele psichedeliche.
I paesaggi astratti. Ed irreali. Dentro i quali vorresti tuffarti.

Piove.
E sono felice. Ed elettrica.
Piove.

domenica 26 settembre 2010

Byron. Poeta maledetto.

Alle quattro e mezza suona la sveglia.
Mi guardo attorno stupefatta. Prima di ricordarmi che la notte prima abbiamo deciso di andare a vedere l’alba.
Il faro di Byron Bay è il punto più ad est di tutta l’Australia.
Questa mattina siamo i primi ad ammirare la nascita del nuovo giorno.
Oro ed arancio.
Con qualche punta di rosa. Qua e la.

E mentre le onde s’infrangono fragorose contro la scogliera.
Vorrei condividere questa magia con qualcuno che non c’è.

Raccatto i miei sentimentalismi.
Alla ricerca di un meritato caffè.
A quest’ora la città è splendida.
Vuota e muta.
Colma di sole nascente.

Sorseggiando il migliore caffè che abbia trovato agli antipodi.
Osservo la città popolarsi.
Le caffetterie riempirsi di sedie e tavolini.
Le botique aprire le vetrine.
Le macchine iniziare il loro personale viaggio.

Byron Bay ha un misterioso fascino. Poetico e vischioso.
Attesa.
Forse questa è la parola giusta.
La sensazione è quella.
Attesa.
Continua attesa. Che qualcosa accada. Prima o poi.

Facciamo armi e bagagli.
E lasciamo questa dolce ragnatela. In qui sembra che tutti amino perdersi.

sabato 25 settembre 2010

Benvenuti a Byron Bay.

Dopo quattro giorni di surf. Stremati.
Proseguiamo la nostra scalata verso nord.
È incredibile come l’atmosfera cambi.

Byron Bay è una della città più famose della East Coast.
Strano miscuglio di surfisti. E dreadlocks.

Si respira un’aria di relax. Dolce e appiccicosa.
Terribilmente contagiosa.

L’ostello.
Un ballatoio sulla piscina.
Piove ancora.
Ma i ragazzi dentro l’idromassaggio sembrano non farci caso.

Stanca. Mi riprometto di fare la brava.
Cucinarmi qualcosa. Non parlare con nessuno. E buttarmi nel letto alle nove.
Per recuperare le energie.

Ma a quanto pare non sono tanto brava a mantenere le promesse.
Alle due siamo ancora qui.
Quattro chiacchiere.
Del vino.

Non ho dovuto neanche cucinare.
Chi ti offre uno spicchio di pizza.
Chi una mela.

E per entrare nello spirito giusto. Domani hop una lezione di yoga!

Auuummm.

giovedì 23 settembre 2010

I wish


shells 3x3
Originally uploaded by *omnia*
Davanti all'Oceano.
Penso.
(Si. Ogni tanto capita pure a me.)


A volte vorrei essere una conchiglia.
Una di quelle che si portano il mare dentro.
Che se sai ascoltare ti raccontano la loro storia.

E per la prima volta. Lo faccio in inglese.

Sometimes I wish I was a shell,
one of those with the sea inside.
And if you pay attention
you can hear it talking.

I risultati sono discutibili.

Ma la soddisfazione e' comunque enorme!

martedì 21 settembre 2010

Surf camp.



Originally uploaded by SARAΗ LEE

Il surf camp e' esattamente come me lo sono immaginato.

Fuori dai dormitori riposano le mute. Stese al sole ad asciugare.
Le tavole oziano sotto gli alberi. Stanche dal troppo lavoro.
L'oceano e' a due passi. Senti le onde infrangersi. E struggersi di nostalgia.
Surfisti biondi ed atletici. E ragazze in bikini ovunque.

La mattina ti svegli col sole.
E le giornate scorrono tutte meravigliosamente uguali.
Cibo.
Surf.
Cibo.
Beach volley.
Surf.
Cibo.
Birra intorno al fuoco.

Qualche volta piove. Ma dentro l'acqua. A domare le onde. Neanche ci fai caso.

E la sera. Alle dieci.
Crolli esanime.
A sognare il mare. E le onde.

lunedì 20 settembre 2010

Surf girl. Quella vera.

Per chi avesse mai dubitato delle mie innate capacita' surfistiche!

Della dipendenza.

FOTO: flu[X]y

Tutto inizia come per gioco.
Per far sapere a tua madre che sei viva e vegeta. E ti diverti.
Per passare il tempo. Ed avere una scusa per non fare la tesi.

Poi inizi a prenderci gusto.
Scopri che scrivere non è così male.
Spulci con soddisfazione il web. Alla ricerca di un bocconcino succulento.
Di un’immagine perfetta.

Il primo campanello d’allarme scatta a Sydney.
Mentre vago disperata alla ricerca di un internet caffè. E torno con una penna USB della Vodafon.
Ma cerco di ignorarlo.

Il vero tracollo lo avverto a Port Macquarie.
Quando mi scopro a scrivere un post a mezzanotte. Sotto le coperte.
Con una torcia. Per non disturbare i miei compagni di stanza.

Ciao. Mi chiamo Francesca.
Ho venticinque anni.
E sono rimasta invischiata nella rete.

domenica 19 settembre 2010

Esperienze irripetibili.





Dopo la pioggia. Nella foresta pluviale.
Siamo ritornati sulla costa. Dai nostri surfer preferiti. Che ci hanno accolto a braccia aperte.
Sino a data da definirsi.

Ci rilassiamo dopo una giornata sulla spiaggia.
Qualcuno suona.
Io ho ripreso a disegnare.
Qualcunaltro cucina.

Pollo alle albicocche.
Esperienza non ripetibile.

Per provare questo dolce brivido avete bisogno di:

Pollo surgelato. In quantità industriale.
Due scatole di albicocche sciroppate.
Del riso.

Una padella.
Tanto coraggio.

Mettete il pollo e le albicocche sciroppate in una padella. Accendete il fuoco. Aggiungete tutta l'acquetta residua.
E cuocete sino a che il pollo non sembra assumere un colore sano e vispo.
A questo punto il tutto galleggia in una melassa dolce.
Il tocco di classe è dato dal riso bollito. Che viene aggiunto a cottura ultimata per allungare il brodo.

Dopo quest'esperienza mistica mi rendo conto che dovrei smettere di disegnare.

E riprendere a cucinare.

sabato 18 settembre 2010

Riflessioni. Senza specchio.

FOTO: toreplatz

Navigare sui divani altrui.
All'improvviso compari nella vita di perfetti sconosciuti. A casa loro.

Tra il loro caos. Per un giorno. Una settimana. Un mese.
Chissa'.

Ti aprono una finestra sulla loro giornata.
Tu ti adatti.
Porti qualcosa di tuo la' dentro.
Una foto.
Un sorriso.
Un poco di sana cucina italiana.


Dopo un mese. Girovagando.
Non mi manca la mia stanza.
Il mio personale regno.
In cui ogni cosa ha il suo entropico perche'.
Tutto il mio mondo e' dentro la mia valigia. E non ho bisogno di nient'altro.
E' una sensazione nuova. Questa leggerezza.
E mentre dall'altra parte del globo la vita riprende uil suo corso.
Scuola.
Esami.
Autunno.
Io mi rendo conto davvero di essere qui. Per la prima volta.

giovedì 16 settembre 2010

Birra fatta in casa.

Da queste parti i surfisti coltivano il loro orticello. Pomodori. Cavoli. Patate. Nel retro.
Appendono cadaveri di vecchie tavole alle pareti.
Rubano i poster dei concerti.
La mattina dopo si alzano alle sei. Per un salto in mare prima di andare al lavoro.
E producono litri di ginger beer in casa.

Rinterpretando il concetto di giovani scapestrati.

Per produrre la vostra Ginger beer avete bisogno di:

Radici di zenzero. Grattuggiate. O in polvere.
Lievito.
Zucchero.
Succo di quattro limoni.
Una giara.
Un misurino.
Un canovaccio. Per filtrare.
Un elastico di plastica.
Tre o quattro bottiglie da due litri.
Un imbuto.

Aggiungete nella giara un cucchiaino di lievito. Due di zenzero. Quattro di zucchero. E mezzo litro di acqua fredda.
Mescolate il tutto. Sino a quando gli ingredienti si siano dissolti. Coprite con un panno e lasciate riposare.
Aggiungete ogni giorno due cucchiaini di zenzero. E quattro di zucchero. Per una settimana.

In una bacinella mischiate un chilo di zucchero. E un litro di acqua bollente.
Il succo di quattro limoni.
Bloccate con l'elastico il canovaccio attorno alla bacinella. Filtrate il contenuto della giara. Aggiungete ancora sei litri di acqua tiepida.

Riempite le bottiglie. Ma lasciate lo spazio perché possa fermentare.
Lasciate riposare per tre o quattro settimane. Facendo attenzione a non sigillare le bottiglie. Lasciatele sfiatare.
Ogni tanto controllatele. E fate uscire l'aria.

Mettete in frigorifero. E godetevi la vostra ginger beer fresca. Con gli amici.

Cheers!


Ps. Attenzione! Le bottiglie possono esplodere a causa della fermentazione! Evitate di dimenticarvele.

mercoledì 15 settembre 2010

Foresta tropicale. Ed ombrelli.

Martedì 14 Settembre 2010
Piove.
Giornata ideale per la foresta pluviale.

Alberi. Felci. Palme.
Che si intrecciano in un groviglio pulsante di vita. Attraverso cui è impossibile penetrare.
Qua anche la luce è clandestina. E fatica a farsi largo.

I suoni si rincorrono tra loro. Perdendosi nel nulla.
Cinguettio tra gli alberi. Così classico. Ed esotico.
Lo scricchiolare della ghiaia sotto i piedi.
Mi perdo anche io. In contemplazione del tutto.
Ci pensa Craig a riportarmi alla realtà. Con uno dei suoni più naturali e selvatici che gli esseri umani hanno a loro disposizione.

Uno squarcio nella vegetazione. Il sole si affaccia.
Cascate. Dietro cui puoi nasconderti.

Riprende a piovere.
Diluviare per la precisione.
Per qualche oscuro motivo siamo anche provvisti di ombrello.

Ma rientriamo ugualmente fradici all'ostello.

Diluvio tropicale-ombrello britannico.
2-0.

martedì 14 settembre 2010

Triste storia della zuppa di fagioli.


Domenica 12 Settembre 2010
Mare. Mare. Surf. Mare. E ancora mare.

È giunto il momento di cambiare per un poco.
Foresta pluviale.
Sulle montagne.

L’ostello è fantastico.
La nostra stanza dà sulla veranda. Dove delle amache invitano a riposarsi ammirando il panorama. Con una tazza di tè caldo tra le mani. E un libro a tenerti compagnia.
I muri sono pieni delle foto degli ospiti. Nudi. Completamente. Ingenuamente nudi.

Qui c’è Jasmine.
La ragazza che ama disegnare la sua psichedelica immaginazione.
Ed io ho voglia di zuppa di fagioli.
(Non cercate di dare un senso logico ai miei fervidi desideri.)

Supermercato.
Musica.
Sminuzzo le cipolle. E l’aglio.
Soffritto. Aggiungo i fagioli ed il sugo. Qualche spezia.
Profumo delizioso.

E la delusione cocente nel realizzare che la mia tomato sauce non è passata di pomodoro. Ma puro ketchup. Ben mascherato.

lunedì 13 settembre 2010

Cinquecento

Vnererdì 10 Settembre 2010
E sabato.
Una settimana.
Cinquecento chilometri.
Ce la stiamo prendendo comoda.

La temperatura inizia a salire.
La gente comincia a dimenticarsi le scarpe a casa.
A volte anche la maglietta.

A Coffs Harbour lasciamo Stefan al suo destino.
E riprendiamo col couch surfing.
A casa di veri surfisti.

Bobby. Ventisei anni. Ingegnere ambientale.
E Daniel. Vent’anni. Studente.

Biondissimi. Bruciati dal sole. E dal sale.

Ci portano a sentire degli amici che suonano.
Un bicchiere di vino.
Due. Tre. Quattro.

Rimaniamo a dormire nel camper. Nel bel mezzo del nulla.
Sotto un meraviglioso cielo stellato.
Come non l’ho visto mai.

La mattina ci svegliano i raggi del sole.
Indossiamo la muta.
E riprendo la mia battaglia personale contro le onde.

I numerosi lividi sulle mie ginocchia dimostrano il mio misero fallimento.
E il sorriso stampato sulla mia faccia la gioia della battaglia.

sabato 11 settembre 2010

Torture cinesi.

FOTO: buttha

La mia passione sfrenata per lo shopping trova un ostacolo ben preciso nella limitatezza del mio bagaglio.
Passeggiare per i negozi diventa una tortura cinese. A cui mi sottopongo per forgiare lo spirito. Temprare il carattere.

Quando voglio mettermi veramente alla prova entro in un negozio di arredamento.
Reparto cucina.

Le batterie di pentole mi sussurrano dolci melodie. Infide sirene.

I servizi di piatti stuzzicano le mie fantasie cromatiche più segrete.

I nuovissimi utensili in silicone promettono di risolvere qualsiasi mio dubbio esistenziale.

Io fremo. Chiudo gli occhi.
Resisto stoica.

Chiedendomi come ho fatto sin'ora a vivere senza l'indispensabile pela/affetta avocado automatico.

venerdì 10 settembre 2010

Sorprese in libreria.

Mercoledì 8 Settembre 2010
Ieri Carlos non stava tanto bene.
Ha iniziato a fumare in spiaggia.

Sembra non sia nulla di grave.
Ma in attesa che il dottore lo dimetta siamo bloccati un altro giorno a Port Macquarie.

Passeggiata libera.
Vedo una libreria. Entro d’impulso. Ingenua.
La prima cosa che colpisce la mia attenzione sono i due scaffali pieni di Bibbie.
Inizio a guardarmi intorno con aria circospetta.

Bigliettini d’auguri. Meravigliosi. Coloratissimi. E dall’apparenza innocui.
La apri.
Spero che ti goda il tuo giorno appieno-
E riesca a sentire il Suo amore in ogni tuo gesto.
Buon compleanno.

Tutt’intorno a me.
Vivere da Cristiani.
Preghiere.
Come resistere alle tentazioni.
Teologia.

La cosa inizia a farsi più chiara nella mia mente.
Anche se il mio cervello si rifiuta di elaborare l’informazione.

C’è anche il reparto DVD e CD.
Vocal Bands e Gospel.
E per i più trasgressivi.
What’s new in Praise and Worship 2010.
Per soli $ 5,95.

giovedì 9 settembre 2010

Surfer Girl


Surfer Girl
Originally uploaded by Sebastian Humphreys

Martedì 7 Settembre 2010
Mi infilo a fatica dentro la muta aderente.
Sono terribilmente sexy ricoperta di plastica nera. Con un’enorme tavola da surf sottobraccio.

Paul. Il nostro istruttore.
Sorriso smagliante. Abbronzatissimo. Capello lungo che gli casca ribelle sugli occhi. Sessantadue anni. Non è esattamente il surfista che sognavo.
Ma è terribilmente bravo.

Poche parole.
Poi subito in acqua ad affrontare le onde.
Sdraiati sulla tavola. Senti arrivare l’onda. Ti lasci trasportare.

Fin qui tutto bene.
Il problema è alzarsi.

Ci provo una volta.
Due.
Tre.
Pensi troppo ragazza mia.
Spegni il cervello.

Facile a dirsi.
Ma ad un certo punto.
L’onda tuona dietro di te. La senti tutt’intorno.
La schiuma bianca sotto di te.
Veloce. Velocissima.
E ad un certo punto ti accorgi che sei in piedi. Sulla tua tavola rossa.

Dopo due ore non voglio più smettere.
Ancora una. È l’ultima promesso.
Dai. Dai. Dai.

Stasera ogni singolo muscolo cercherà di farmela pagare. Lo so.
Ma comunque non riesco a togliermi quel sorriso idiota dalla faccia.

mercoledì 8 settembre 2010

Pinocchio. E i suoi nefandi effetti collaterali.


Immagine presa da qui
Lunedì 6 Settembre

Il gommone si allontana veloce dalla costa.
Il vento freddo cerca di farsi strada tra i vestiti. Punge le guance. E scompiglia i capelli.
Cavalchiamo le onde.
Veloci.
Sperduti in mezzo all’Oceano.

In questa terra la natura è ancora padrona indiscussa.
Vento. Mare. Terra. Fuoco. Bestie feroci.

Quando avvistiamo le balene. Piccoli punti lontani. È comunque un’emozione incredibile.

Scruti il mare.
Infinita massa azzurra.
Attendi paziente.
Loro sono li lontane. E ti salutano. A modo loro.

Non lo ammetterò mai a voce alta. Ma in fondo sono contenta che siano solo puntini lontani.
Pinocchio mi ha traumatizzata. E preferisco rinviare qualsiasi incontro ravvicinato con i grossi mammiferi.

Il cielo cambia colore.
Il sole tramonta piano.
Io scatto. Felice.

Rientriamo infreddoliti. E affamati.
Primo BBQ. A bordo piscina.

Musica. E birra.

martedì 7 settembre 2010

Ed ecco a voi Carlos!


Business is Slow
Originally uploaded by powerpig

Domenica 5 Settembre.
L’inglese mi piace. Semplificatore per eccellenza.
Adoro la sua logica. Le sue sonorità un po’ goffe. La sua elementare chiarezza.
È un passe-par-tu. Ottimo in qualsiasi stagione.

Ma.
Ci sono sempre dei ma.

Non posso sopportare il neutro.
La freddezza con cui gli oggetti vengano declassati in una categoria a parte. Senz'anima.
La macchina. It.
Il caffè. It.
Anche il cane. It.

Al tramonto. Sulla strada dei laghi.
Inizia la mia battaglia per il/la nostro/a fedele compagno/a di viaggio.
Necessita di un nome.

Una macchina non può vivere tutto questo.
Macinare chilometri. Tra le foreste ed i laghi.
Riempirsi di sabbia. E di odore di mare.
E non avere un nome.
È contro il comune senso del pudore. E il buongusto.

Carlos mi pare un nome appropriato.
Carlos the huge gay car.
Non ha alcun senso.

Ma certe cose te le senti dentro.

lunedì 6 settembre 2010

Rotolando verso nord.

Road trip.
Finalmente inizia la vera avventura.
Due mila quattrocento chilometri. Costellati di spiagge. E foreste.

Una Hodan bianca. Carica di speranze.
Un compagno di viaggio britannico.
Craig. Ventisei anni. Web designer.

L’ideale. Proprio quando stai coltivando la falsa illusione che il tuo inglese non sia poi così male. In quei momenti quello che ci vuole è un british man che ti riporti coi piedi per terra.

Ma l’importante è fuggire da Sydney.

Prima tappa NewCastle.
Piove. E fa freddo.
Il cielo cupo. È comunque bellissimo.
E le onde riempiono i polmoni d’aria salmastra.

Esploriamo il bush a cavallo.
Natura incontaminata. I miei amici eucaliptus. E meravigliose ed impreviste distese di acqua. Che i nostri cavalli attraversano fieri.
Un meraviglioso concerto rock. Dove riesco a rimediare un occhio nero.

E in ostello raccattiamo un nuovo compagno di viaggio.
Stefan. Diciannove anni. Olandese.
Why are you in Australia?
Why not?

Logica disarmante. È dei nostri.

domenica 5 settembre 2010

Cartolina dal primo road trip

Wallongong e dintorni.
Mare.
Strade che si perdono nella vegetazione.
E d'improvviso di nuovo il mare.








Le Blue Montains.
Il vento.
E l'odore degli eucaliptus.




Home invasion.

Rientro a casa. Dai miei couchsurfer preferiti.
Dopo le gite. In attesa della vera partenza.

Qualcosa di strano nell'aria.
Terra sugli scalini.

Mi aprono. Sembra sia esplosa una bomba nel salotto.
Non toccare nulla. E' la scena del crimine.

Ieri notte qualcuno ha fatto irruzione in casa.
Ro fumava fuori dalla porta.
Hai da accendere? Un attimo.

Sono entrati. Hanno preso una mazza e colpito Ro.
Messo a soqquadro tutto.
Bicchieri in frantumi.
Urla.
Polizia.

Li hanno presi.
Stasera viene la scientifica per gli ultimi accertamenti.
Rilevare le impronte.

Per un attimo temo di essermi addormentata ieri sera. Guardando C.S.I.
Invece è tutto vero.
Lo dimostra l'occhio nero di Ro.

Secondo te è una scusa sufficiente per non fare l'esame domani?
Sono credibile?


Detesto ripetermi.
Ma te l'avevo detto io che fumare fà male!

sabato 4 settembre 2010

Strani incontri. E storie d'amore.

Sul molo numero quattro. Aspetto il traghetto.
Una signora si siede accanto a me.
Iniziamo a chiacchierare.

Da dove vieni. Quanto ti trattieni. Ti piace l'Australia.

Marcea è di New York. Si occupa di agopuntura. Medicina alternativa. Cucina orientale.
Ora vive sulle Blue Montains.

Mi raccomando. Domani chiamami. Così vieni a trovarci.
E ti presento i miei figli.
La piccola studia fotografia.
Il grande è da qualche parte in Europa.

A cercare se stesso
.

Arrivo alla stazione.
Blue Montains.
Perché lassù l'orizzonte montuoso si tinge del colore del cielo.
E' uno spettacolo mozzafiato.
Custodito dall'alba dei tempi dalle Tre Sorelle.

La storia si ripete.
Amore sbagliato. Proibito dalle leggi tribali.
Furono tramutate in roccia dal padre. Per proteggerle dalla battaglia che infuriava per il loro amore.

Ancora oggi scrutano l'orizzonte.
In attesa che qualcuno venga a liberarle.

venerdì 3 settembre 2010

L'alba di un nuovo giorno


Jog
Originally uploaded by GavinZ

Non sono una persona mattiniera.
Di solito quando ammiro l'alba è perché ho fatto tardi la notte prima.
Per essere sulle Blue Montains alle nove lascio Wollongong col treno delle sei.

Costeggiamo la Great Ocean Drive.
E' un tripudio di rosa. Corallo. Orchidea. Salmone pallido.
La tavolozza dei colori di wikipedia non mi aiuta.

Ma la natura se ne frega del mio tentativo di imbrigliarla.
E nasce il nuovo giorno.

Dietro la curva. Lungo il precipizio.
Due intrepidi corridori. Mattinieri.

Per un secondo un pensiero cerca di insinuarsi nella mia testa.
Ma io crudele lo riporto alla dura realtà.

Svegliarsi all'alba. Per gustarsi un'indimenticabile alba milanese.
Tra lo smog di Viale Certosa.
Non rientra proprio nella lista delle mie priorità.

giovedì 2 settembre 2010

La strada sul mare.

E' una strana sensazione.
Non avere nessun programma. Nessun vincolo.
Aprire la cartina. Guardarsi intorno.
Wollongong. Ti piace.
Suona bene.

Il giorno dopo prendi il treno. E sei li.

Carol. Ventinove anni. Ingegnere.
Ha preso un giorno libero per mostrarmi la sua Australia.

Percorriamo la Grand Pacific Drive.
L'odore degli eucaliptus e' inebriante.
Meravigliose micce pronte ad esplodere. Il rischio di incendi viene annunciato ogni mattina. Assieme alle previsioni del tempo.

La strada si snoda tra pascoli.
Foreste pluviali.
Strapiombi sull'Oceano.
Piccole spiagge nascoste.

Il sole tramonta a Kiama.
Accanto al faro.
Dove tra le rocce il mare cerca di raggiungere il cielo.

mercoledì 1 settembre 2010

Ecologismi.

FOTO: presa da qui

Coi tempi che corrono.
Si cerca di fare quel che si può.

Anche il mio blog contribuisce all'effetto serra.
Sembra che grazie a questa iniziativa verranno piantati tanti alberi da neutralizzare la produzione di CO2 del mio piccolo. Innocente. Blog.

Sperando in un mondo più informato.
Consapevole.
Ecologista.

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Sydney per turisti #4. Ogni quartiere ha la sua anima.



Di notte.
Dall'alto della Sydney Tower la città sembra immensa.

Un Montenegro.
Amici francesi.

La torre gira piano. Sydney si srotola sotto i tuoi occhi.
Da ogni lato.

Ogni quartiere ha la sua anima.
Ma la vita si svolge tranquilla. Ovunque.

Nella City giovani in giacca e cravatta passano la pausa pranzo a chiaccherare con te.
Che ci fai qui. Quanto ti trattieni.
E rientrano felici al lavoro.

Sul molo. Prendo il traghetto.
A Balmain piccole villette.
Nessuno rinuncia al proprio angolo di paradiso.
Possibilmente con vista sull'Oceano.

Anche Darlinghurst ha il suo fascino.
Quartiere gay/Little Italy.
Boutique. Vendono preziose opere d'arte.
Da ammirare come in un museo.

Sydeny è affascinante. Città d'incontro di culture.
Guazzabuglio di stili.
E di persone.

Inizio a capire perche' non se ne possa fare a meno.