giovedì 16 dicembre 2010

Addio. O arrivederci.


Nonostante i miei vani tentativi scopro di non poterne più fare a meno.
Ci riprovo.

La mia vita in Italia.
Più che altro i miei pensieri.

Sperando che duri.

Flusso libero.

martedì 30 novembre 2010

Il ritorno.

Cerco di non rendermi conto del tempo che passa inesorabile.

Meno otto ore.
Apro gli occhi. Dopo una notte insonne.
Meno sette.
Ciao Craig. Come va?
Meno sei.
Alla ricerca di un ultimo pie.
Meno cinque.
Meno quattro.
Il pullmino è già arrivato.

Ciao.
Addio.
O arrivederci.

A bordo dell'aereo siamo in balia delle malefiche hostess.
Che fanno di noi quello che vogliono.

Benvenuti a bordo.
Cena.
Spengono le luci. Buonanotte.
Dopo due ore ci portano una bella colazione.
Buio. Luce.
Buio. Luce.
Un film. Due. E tre.
Colazione.
Pranzo.
Buio. Luce.

Nel giro di ventiquattro ore tocco tre continenti.
Faccio colazione cinque volte.
E a Londra. Davanti alla sesta colazione.
Mi godo la mia prima alba europea.

sabato 27 novembre 2010

La dura realtà.



Dio.
Come mi è mancata la città.

Con gli occhi che brillano osservo Sydeny muoversi.
Pulsante di vita.

Come amo questi piccoli negozi.
Ognuno dotato di propri pensieri. E personalità.
Il brusio attorno ai caffè. La domenica pomeriggio.
Il sole che si riflette nei grattacieli. In lontananza.
Le coppiette che sonnecchiano pigre nel parco.
Il traffico.
La vita.
I contrasti.

Ma soprattutto. La gente.
Uomini.
Donne.
Bambini.
Che scorrono come vivo sange nelle arterie di questa città.
Con i loro umori.
I loro pensieri.
Le chiacchere.
E la fretta.

Dio.
Come mi è mancata la città.

giovedì 25 novembre 2010

Alice Springs.


Alice Springs è una cittadina lenta. E sonnolenta.
Sperduta nel mezzo del nulla.

Una strada.
Qualche negozio.
Gallerie d'arte aborigena.

Il letto di un fiume asciutto l'attraversa.
Fangoso.

L'ostello è un porto di mare.
La gente viene e va.
Per una notte.
Prima di avventurarsi nel deserto.

Ed invece io resto.
Per godermi questo ultimo sorso d'Australia.

Sull'amaca.
Sotto il sole.
Un libro. E del thè.
Lontana da tutto e da tutti.
Sola con il sole. Ed i miei pensieri.

E quando si fanno troppo rumorosi.
Lì fuori c'è tutta un'umanità che mi aspetta.

lunedì 22 novembre 2010

Pick apart the pices of your heart.

Sempre alla ricerca di nuova musica.
Giovane talento australiano.
Nato in Belgio.

Sembra leggermi dentro.
E un poco mi spaventa.

Non lo conoscevate?
Conoscetelo.
Gotye.
Hearts a mess.


Pick apart
The pieces of your heart
And let me peer inside
Let me in
Where only your thoughts have been
Let me occupy your mind
As you do mine

You have lost
(Too much love)
To fear, doubt and distrust
(It’s not enough)
You just threw away the key
(To your heart)

You don’t get burned
(’Cause nothing gets through)
It makes it easier
(Easier on you)
But that much more difficult for me
To make you see…

Love ain’t fair
So there you are
My love

Your heart’s a mess
You won’t admit to it
It makes no sense
But I’m desperate to connect
And you, you can’t live like this

Your heart’s a mess
You won’t admit to it
It makes no sense
But I’m desperate to connect
And you, you can’t live like this

Your heart’s a mess
You won’t admit to it
It makes no sense
But I’m desperate to connect
And you, you can’t live like this

Love ain’t safe
You won’t get hurt if you stay chaste
So you can wait
But I don’t wanna waste my love

(Se il video non funziona vedi qui)

sabato 20 novembre 2010

Cinque.


Meno cinque.

E' strano poter contare sulla dita di una mano i giorni che mancano alla fine di quest'avventura.
Al mio rientro a Milano.

Cinque.
Cinque come i sette nani meno Brontolo e Cucciolo.
Cinque come i primi cinque dei dodici apostoli.
Cinque come i colori dell'arcobaleno che mi ricordo. Rosso. Giallo. Blu. Verde. E arancio.
Cinque.

Solo cinque giorni mi separano dalla mia amata pizza.
Pomodorini. Rucola. E grana.

Solo cinque.

venerdì 19 novembre 2010

Aria di tempesta.


Il Gran Canyon è ben diverso da come la mia fervida immaginazione l'aveva sognato.

Una parete rocciosa da scalare.
Pian piano. Con circospezione.
E poi sempre più veloce e sicura.

Un passo. Due.
E sotto i nostri occhi si apre l'orizzonte.

Profonde gole.
Camminate sull'orlo del precipizio.
Orlate di spighe dorate.
Alberi. E fiori.
Su un terreno profondamente. Indiscutibilmente rosso.

Un vento leggero ci accompagna per quattro ore.
Alla scoperta delle traccie di un passato ormai dimenticato. E quasi impensabile.
Durante il quale tutto questo era mare. Salato ed infinito.

E alle dieci.
Mentre percorriamo gli ultimi metri.
Sgranocchiando la nostra seconda colazione.
L'orizzonte cambia colore.
Le nuvole si tingono di plumbeo azzurro.
Cariche di pioggia. Ed elettricità.

Un lampo squarcia l'aria.
Qualche secondo d'attesa infinita.
Ed arriva anche il tuono.
Piove.

Piove nel deserto.